Legge di Attrazione e Psicoterapia

Propongo qui una riflessione che ritengo piuttosto originale in campo psicologico: il tema è il possibile legame tra la cosiddetta “legge di attrazione” e la psicoterapia.

Tale riflessione è nata dal fatto che alcuni pazienti in terapia mi hanno spesso fatto domande o portato il loro punto di vista riguardo alla sempre più nota “legge di attrazione” (vedi il libro e il film “The Secret” e gli innumerevoli altri che ad esso si sono ispirati), chiedendosi soprattutto perché, nonostante ci credessero e cercassero di applicarla secondo le indicazioni lette nei vari libri che ne trattano, questa famigerata legge sembrava continuare a non funzionare per loro.

Ho visto persone con approcci differenti:
– chi la interpreta come una sorta di scorciatoia per ottenere quello che desidera senza affrontare l’impegno e la sofferenza di un lavoro di auto-conoscenza più approfondito – della serie: “l’analisi? Tutte pippe mentali!” -, secondo cui basterebbe esprimere un desiderio e poi ci sarebbe una sorta di “genio della lampada” che lo realizza;
– chi ha una visione un po’ più realistica e disponibile almeno a mettersi d’impegno concretamente per ottenere quello che vuole, ma pensa di non fare abbastanza o non aver ancora scoperto il segreto per attivare la “magia dell’attrazione”;
– chi la ritiene senza mezzi termini una buffonata “new age” per gente che non ha capito l’importanza del lavoro psicologico e quindi si illude di risolvere le cose con la bacchetta magica.
In quasi tutti i casi ho notato che mancava la comprensione profonda del significato di questa “legge universale” e delle conseguenze che può avere, che se invece viene colto fa emergere una connessione importante con il lavoro che si può fare in psicoterapia.

A mio avviso, il punto essenziale dal quale partire è capire che non attraiamo ciò che vogliamo, ma ciò che siamo.

Cosa significa questo? Significa innanzitutto che la legge di attrazione non va fraintesa con la convinzione un po’ puerile e semplicistica che è sufficiente desiderare qualcosa per attrarlo a sé; desiderare qualcosa è il punto di partenza, certo, ma non è sufficiente per ottenerlo.
A queste obiezioni di chi ha provato a desiderare intensamente qualcosa senza riuscire ad ottenerlo, gli autoproclamati “guru della legge di attrazione” spiegano che per farla funzionare a proprio vantaggio bisogna immaginare di avere già raggiunto l’obiettivo che ci si pone, di avere già ottenuto quello che si desidera, ed esso si manifesterà.
Certamente l’immaginazione è una facoltà umana molto potente, basti pensare che su di essa si basano approcci terapeutici efficaci come l’ipnosi, la visualizzazione e tutti quelli che ne derivano, ma nemmeno questa è sufficiente in talune condizioni piuttosto diffuse tra le persone.

Perché desiderare ardentemente e immaginare di avere già ottenuto qualcosa non basta?

Perché – e qui entra in gioco la psicoterapia – ciascuno di noi si porta dietro per via della propria storia un fardello di blocchi, resistenze, traumi e condizionamenti più o meno importanti, spesso a livello inconscio o inconsapevole, che sono di ostacolo alla possibilità di vibrare alla stessa frequenza di ciò che a livello conscio desideriamo “attrarre”.
Il risultato è che ci sembra che la legge non funzioni mai, per quanto intensamente ci sforziamo di desiderare qualcosa, perché in realtà non siamo effettivamente coerenti con quello che vorremmo: ad esempio può capitare di bramare la gioia che ci darebbe un determinato risultato provando in realtà rabbia o paura per qualcosa di collegato ad esso, magari senza rendercene conto. Queste emozioni non sono allineate, vibrano su frequenze completamente diverse e di conseguenza portano a vivere situazioni concretamente differenti. Teniamo presente che le emozioni sono una sorta di ponte bidirezionale tra pensiero e azione.
Per fare una metafora ancor più pratica, sarebbe come cercare di attrarre un pezzo di legno con un magnete: ci si può provare fino allo sfinimento e lo si può lucidare splendidamente, ma un magnete resterà in grado di attrarre solo il ferro.

Ecco quindi il profondo legame che si può ritrovare con un percorso psicoterapeutico o comunque di crescita personale: se vogliamo far funzionare la “legge di attrazione” dobbiamo individuare i suddetti blocchi nei tre livelli corporeo, emotivo e cognitivo, e lavorare con cura sulle diverse componenti di noi per arrivare ad ottenere un cambiamento anche sul piano energetico-vibrazionale. Il percorso per realizzare questa elaborazione può essere dei più svariati e ciascuno troverà quello più adatto alle proprie esigenze, ma per essere realmente efficace prevede sempre il passaggio attraverso tre tappe fondamentali: riconoscere; accettare e assumersi la responsabilità; permettersi di trasformare. Se saltiamo uno di questi passaggi non otterremo nulla: prima è necessario acquisire la consapevolezza di sé sui vari piani (corporeo, emotivo, cognitivo); poi accettare profondamente quello che si è riconosciuto nella prima fase e assumersene la responsabilità; quindi ci si può aprire alla possibilità di sperimentare un cambiamento nella propria realtà con un’energia decisamente rinnovata che confluisce nelle azioni che si compiono.

In definitiva, io credo ragionevole ipotizzare che la cosiddetta “legge di attrazione” esista ed operi effettivamente nell’universo, ma non come una sorta di “fatina dei desideri”. Infatti, da un lato il pensiero è effettivamente un’energia creatrice, ma dobbiamo fare attenzione a non cadere nell’illusione che quindi basta pensare intensamente a ciò che desidero per vederlo realizzato, proprio perché come scritto in precedenza “il simile attira il simile” ad un livello molto più profondo di quello della coscienza razionale, e per questo un desiderio conscio può non corrispondere affatto alla vibrazione interna di cui siamo inconsapevolmente portatori. Per potere usufruire della “legge di attrazione” è necessario prima liberarci dei condizionamenti che abbiamo accumulato nella nostra storia, e per farlo la psicoterapia può essere una valida alleata lungo il cammino.

Per arrivare a vibrare nella frequenza di ciò che vogliamo nella nostra vita occorre essere in uno stato di integrità, che conduce spontaneamente al passaggio dai desideri dell’ego ai desideri del sé, e il primo passo per farlo è attraversare le parti buie di noi stessi e illuminarle con la luce della consapevolezza. Solo a quel punto diventa possibile allinearci interiormente ai nostri desideri, vibrando della medesima frequenza che porta a realizzarli naturalmente nella vita attraverso le nostre azioni.